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Alla ricerca di vita nello spazio

Venerdì 16 nella sede dell’agenzia spaziale italiana si terrà un interessante workshop sulla tematica che da anni impegna gli scienziati di tutto il mondo

C’è vita nello spazio? Si può immaginare che l’uomo un giorno possa volare su un altro pianeta con condizioni simili a quelle terrestri. Queste e altre tematiche sono ormai discusse da decenni dagli scienziati di tutto il mondo che grazie a corposi investimenti governativi moltiplicano le attività di ricerca spaziale. Con l’invio in orbita di potenti telescopi, ma anche di astronauti sulle stazioni spaziali internazionali al fine di compiere più ricerche possibili sul tema e raccogliere quanti più dati e informazioni possibili al riguardo. E a breve sono in programma anche nuove esplorazioni umane sulla luna e su Marte. L’Agenzia spaziale italiana e dunque il nostro Paese non sono certo rimasti a guardare e già dal 2019 hanno finanziato importanti progetti di astrobiologia con il compito per l’appunto di studiare l’origine, la presenza e la persistenza della vita nello spazio focalizzandosi sulle molecole e sui microrganismi estremofili. A tal proposito, per illustrare i primi dati ottenuti dalle ricerche, si terrà a Roma nella sede dell’agenzia un interessante workshop dal titolo “Vita nello Spazio”. La partecipazione al workshop, che sarà svolto in modalità ibrida, è gratuita, ma è necessaria la registrazione entro il 14 giugno 2023 al seguente link. La locandina «La comunità scientifica dell’astrobiologia italiana sta sviluppando questi temi da tanto tempo – hanno dichiarato dall’Asi -, sia a livello nazionale sia a livello internazionale, partecipando attivamente a congressi e pubblicando in riviste internazionali molti articoli scientifici sui risultati ottenuti da esperimenti di simulazione a terra e nello spazio». Il progetto OPPS, finanziato dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e da numerosi enti e università, nasce proprio per approfondire queste tematiche: dalla chimica prebiotica agli organismi estremofili. I gruppi che ne fanno parte sono tra i migliori laboratori che da tempo studiano questi argomenti. Le molte collaborazioni tra le diverse Istituzioni e le sinergie acquisite garantiscono la qualità dei risultati. Il progetto è strutturato in 11 unità, con un coordinamento centrale.
Partecipano al progetto, guidato dall’Università della Tuscia, la Scuola Normale Superiore di Pisa, l’Istituto Nazionale di Astrofisica, il CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) e le Università di Napoli Federico II, Roma Tor Vergata, Padova, e Perugia.

Davide Mosca

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