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L’Amato di Iside: Nerone, la Domus Aurea e l’Egitto

Nerone, Iside e l’Egitto: un sottile filo lega tra loro luoghi e personaggi, che risuonano con un fascino misterioso all’interno di questo insolito percorso espositivo nella villa di Roma

Apre al pubblico “L’Amato di Iside. Nerone, la Domus Aurea e l’Egitto” all’interno del Parco archeologico del Colosseo a Roma. La mostra, che arricchisce i bellissimi ambienti della Domus Aurea che fu dell’imperatore Nerone, nasce dalla riflessione su alcuni frammenti di decorazioni egittizzanti rinvenuti durante il restauro, legati al culto di Iside, la dea dai mille volti.
Un viaggio che dalla colta e raffinata Alessandria d’Egitto risale il Nilo verso File e Dendera, e giunge a Roma ispirando Nerone e la sua architettura visionaria: la Domus Aurea. Al centro è il Grande Criptoportico che ha rivelato con i suoi recenti restauri, divinità, sacerdoti e fedeli riconducibili alla dea Iside.
Nel grande Criptoportico che collega gli ambienti della “Casa d’Oro”, si trovano infatti reperti che rimandano al profondo rapporto che Nerone aveva con la cultura egiziana, l’amore per Alessandria d’Egitto e per i culti religiosi orientali: la grande statua di Tutmosi I, il busto del faraone Amasi, fino ad un piccolo meraviglioso mosaico con un paesaggio nilotico e a statue raffiguranti Iside.
Ma perché Nerone aveva questo amore per l’Egitto, proprio lui che in Egitto non ci era mai stato? Secondo le fonti dell’epoca, fu influenzato dai suoi precettori Cheremone di Naucrati e Seneca, tant’è che lui stesso si definiva “Amato di Iside”, cioè l’Imperatore “Re dell’Alto e del Basso Egitto, signore delle Due Terre, Sovrano dei Sovrani”. L’interesse rivestito dal Paese dei Faraoni nella corte neroniana è confermato anche dalla spedizione organizzata dall’imperatore per trovare le sorgenti del Nilo. Questa missione, testimoniata dalle fonti (Seneca e Plinio il Vecchio), oltre alla natura esplorativa, aveva lo scopo di acquisire informazioni geografiche delle regioni a sud dell’Egitto in vista di una possibile espansione romana verso l’Etiopia, soprattutto per finalità commerciali. Le zone suddette erano infatti attraversate dalle grandi carovane che portavano in Egitto e nelle province sahariane che si affacciavano sul Mediterraneo, materiali preziosi come l’oro ed essenze raffinate usate per profumi e unguenti.
Il palazzo neroniano, dopo che Nerone fu ucciso e colpito dalla damnatio memoriae, fu poi letteralmente riempito di terra di riporto e grazie a quest’opera di cancellazione si è conservato fino ai giorni nostri. Oggi esso accoglie il visitatore con le sue preziose pareti dipinte, suggestionandolo con i suoi spazi segreti e freschi, in un labirinto di bellezza creato dagli architetti Severo e Celere tra il 64 e il 68 d.C. è ancora perfetto.
Il Ministro della cultura, Gennaro Sangiuliano, che ha inaugurato la mostra insieme alla direttrice Alfonsina Russo, ha commentato: «La mostra ‘L’Amato di Iside’ alla Domus Aurea, raccogliendo decine di preziosi reperti legati alla cultura egizia provenienti dai maggiori musei italiani, ha il merito di valorizzare ancor di più un sito straordinario, che non smette di regalare scoperte anche grazie alla costante attività di indagine e restauro svolto dai tecnici del Parco archeologico del Colosseo».
La mostra è visitabile tutti i giorni; il fine settimana (dal venerdì alla domenica) si aggiungerà la Domus Aurea Experience (installazione in realtà virtuale all’interno della Sala della Volta Dorata). 
Per info, visitare il sito del Colosseo

Sibilla Panfili

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