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Cantine Surrau, un vigneto tra tradizione e modernità raccontato dall’architetto Cecilia Olivieri

La cantina arzachenese è un luogo di incontro e di scoperta, aperto a tutti coloro che vogliono conoscere il territorio e la tradizione vitivinicola sarda

Tra le colline di Chilvagghja c’è un giovane vigneto in cui l’amore per la tradizione abbraccia la modernità. Incorniciate da panorami mozzafiato e da una varietà di profumi unici al mondo, le Cantine Surrau sono un’azienda moderna ma dall’anima antica, attenta all’ambiente e saldamente ancorata alla tradizione vitivinicola dell’isola. Proprio nel contesto idilliaco del paesaggio gallurese questa cantina produce vini di qualità eccezionale, dal Cannonau allo spumante Vermentino di Gallura, in un’atmosfera senza pari che non può non incantare – come spesso succede – ogni visitatore che vi posa lo sguardo, architetti compresi. «La Sardegna è entrata nel mio cuore molti anni fa» ha raccontato infatti Cecilia Olivieri, architetto e curatrice degli ambienti delle Cantine Surrau. «Da Verona sono arrivata in un’isola magica che ha ispirato tutta la mia crescita professionale. Il territorio con questa forte personalità ha impegnato molto il mio lavoro. Ho imparato che anche con tutto il nostro studio e impegno davanti alla natura così magnifica dobbiamo essere timidi e rispettosi». Sotto la direzione di Olivieri, la cantina è stata progettata in modo da valorizzare al meglio il paesaggio circostante e in maniera funzionale all’attività dell’azienda: «L’obiettivo del progetto è stato generare uno spazio che si adattasse bene a molteplici funzioni e che al tempo stesso si inserisse armoniosamente nel contesto naturale e tradizionale della Gallura, senza rinunciare a un carattere moderno e tecnologico» ha spiegato l’architetta, illustrando le varie sezioni che compongono le Cantine. «L’intervento si compone di un unico corpo di fabbrica su due livelli, al piano terra sale degustazione e sale espositive, mentre al seminterrato cantine, barricaia, bottaia laboratori e magazzini. La sequenza di facciate trasparenti e murature in granito locale è frutto di una ricerca armoniosa tra costruzione e natura circostante. L’uso del vetro è funzionale verso l’esterno all’esaltazione del paesaggio e verso l’interno alla suggestione dell’attività enologica. Brise soleil lungo tutte le facciate dell’edificio filtrano la luce naturale conferendo all’ambiente un’atmosfera protetta per i vini e suggestiva per il visitatore». Proprio l’attenzione al cliente si riflette nelle scelte di design dell’ambiente conviviale e polifunzionale: «I nostri ospiti vengono accolti con grande gioia ed entusiasmo. Cerchiamo di far vivere delle esperienze nuove e soprattutto di farli star bene in un posto nato per accogliere! Gli spazi interni si diversificano per aree tematiche, ma interagiscono tra di loro consentendo, grazie a pareti vetrate, di degustare vino, assistere in tempo reale alla vinificazione e godere del panorama unico. La ricerca degli arredi, infine, un’alternanza di mobili ideati dallo studio in rovere e oggetti di design, è stata fondamentale per dare all’architettura un carattere accogliente». Ha continuato Olivieri: «Era fondamentale creare una relazione forte tra interno ed esterno, ecco il perché delle grandi vetrate verso il paesaggio; la luce naturale viene modulata da brise soleil, e assieme alla trasparenza è la grande protagonista del progetto. La scelta di intonaco grezzo e granito richiama l’architettura locale reinterpretata con nuovi e audaci accostamenti di materiali. Il tetto è l’elemento caratterizzante grazie alla sua imponente struttura in travi di legno, e alla cupola vetrata che incide violentemente la regolarità della copertura». Con cura e attenzione all’ambiente, le Cantine Surrau sono un luogo di incontro e di scoperta, aperto a tutti coloro che vogliono conoscere il territorio della Sardegna degustando i tesori che la natura stessa ha da offrire, sorso dopo sorso.

Francesco di Nuzzo

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