“Il tempo ritrovato” inaugura il Museo Civico Michele Ruzzittu di Arzachena
Un lavoro impegnativo e minuzioso che restituisce alla comunità uno spazio che era chiuso da dieci anni
Reperti archeologici e frammenti di minerali che raccontano una storia importante e antichissima. Quella del territorio di Arzachena che nell’antichità è stato centro di interessi e traffici commerciali per la sua posizione strategica a ridosso della costa. E per restituire alla comunità quel patrimonio di memoria il Comune ha colto l’occasione delle celebrazioni dei cento anni dall’autonomia del territorio per avviare il progetto di riapertura del museo comunale ormai chiuso da dieci anni. E dopo tanto lavoro di restauro dei reperti e programmazione la data tanto agognata e sognata è finalmente arrivata con l’apertura della struttura lo scorso venerdì 8 aprile. Il nome è stato già assegnato: Museo civico Michele Ruzittu di Arzachena. Un omaggio dovuto a uno dei padri della svolta storica che cento anni fa cambiò le sorti di un territorio che allora ricadeva sotto la competenza del comune di Tempio Pausania.
«La riapertura del museo ha richiesto un procedimento lungo e un grande lavoro che ha coinvolto numerosi enti, professionisti e uffici comunali che hanno collaborato per anni affinché la comunità potesse riappropriarsi di questo luogo – ha spiegato il sindaco Roberto Ragnedda -. La concomitante celebrazione del centenario dell’autonomia di Arzachena rende ancora più speciale l’inaugurazione. Dai padri fondatori di Arzachena, Michele e Salvatore Ruzittu, prese il via la valorizzazione della nostra storia e del nostro patrimonio archeologico».
L’attività di studio, di catalogazione e recupero di migliaia di reperti e frammenti archeologici è stata svolta dal Centro di Restauro e Conservazione della Soprintendenza a Sassari. Il grandissimo risultato è il frutto di una collaborazione tra il Comune di Arzachena, il Ministero della cultura-Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio di Sassari e Nuoro e la Ge.se.co. municipalizzata del Comune. La sistemazione del deposito, il conteggio e la catalogazione dei reperti, la stesura dell’inventario, la digitalizzazione dei dati e il rinnovo dell’allestimento delle sale sono stati completati nell’arco di 18 mesi dall’archeologa Silvia Ricci, dalla restauratrice Alba Canu e dal geologo Luigi Sanciu sotto la direzione di Gabriella Gasperetti e Alessandra Carrieri della Soprintendenza.
Per l’occasione è stata allestita una mostra dal titolo “Il Tempo Ritrovato” che resterà aperta fino al 2026 e che potrà anche contare sulla tecnologia con contenuti digitali e interattivi. Dall’8 aprile scorso è possibile visitare l’esposizione tutti i giorni dal martedì alla domenica dalle ore 16.
«La mostra archeologica “Il tempo ritrovato”, frutto della proficua e continua collaborazione tra Comune di Arzachena e Soprintendenza, espone in maniera chiara e coinvolgente l’assetto del territorio nel tempo a partire dalle sue caratteristiche geologiche, con uno speciale risalto dato allo stretto rapporto tra uomo e paesaggio» – ha spiegato il Soprintendente Bruno Billeci -.
«Restituire questo importante luogo di cultura alla comunità è stata una delle nostre priorità negli obiettivi del mandato. Per assicurare il più ampio coinvolgimento, offriremo l’ingresso gratuito ai residenti fino al 31 maggio – ha poi proseguito l’assessore alla Cultura, Sport e Spettacolo, Valentina Geromino -. L’inaugurazione della mostra archeologica di lungo periodo incrementa in modo significativo l’offerta culturale nel nostro paese, creando una vera e propria rete con i siti archeologici. Questo ci permette di valorizzare il patrimonio storico locale e di concretizzare quel sogno iniziato tanti anni fa con Michele Ruzittu, a cui abbiamo doverosamente intitolato il museo».
Davide Mosca
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