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La circolarità del “Motus” in mostra a Cagliari

La collettiva è ospitata nella sala archi del Lazzaretto di Cagliari fino al 17 settembre 2023

Il racconto della Sardegna e di Cagliari attraverso l’arte, attraverso il moto circolare. E’ questo il filo rosso che unisce gli artisti sardi che attraverso le loro opera saranno in mostra nella sala archi del Lazzaretto di Cagliari. Il 21 Luglio 2023, c’è stata l’inaugurazione durante la quale sono stati presentati gli artisti da parte della Dott.ssa Alessandra Menesini, curatrice della mostra. Iniziatica che si concluderà il 17 settembre 2023. Tra gli artisti presenti sono certamente da citare Matteo Ambu, Cracking Art, Gabriele Aruzzo, Fabio Buonanno, Michele Bressan, Nicola Caredda, Alessio Carrucciu, Federico Carta, Mimmo Caruso, Mauro Ceolin, Manuel Cerruti, Roberto Chessa, Coniglio Viola, Aldo Damioli, Qampi Lindeka, Pier Paolo Luvoni, Alessio Massidda, Max Mazzoli, Gianfranco Milanesi, Paolo Mura, Barbara Nati, Marcello Nocera, Pastorello, Marco Pautasso, Fabio Petretto, Antonio Pilade, Andrea Pili, Mauro Rombi, Giuliano Sale, Tiziana Sanna, Roberto Serra, Lorenzo Stea, Matteo Tauriello, Elio Ticca, Samanta Torrisi. Una presenza nutrita che a detta degli organizzatori rende la didattica della mostra oltremodo eterogenea e ricca di spunti riflessivi. L’esposizione è stata curata dalla Fondazione Bartoli Felter ed è stata possibile grazie all’inserimento nel progetto di gestione per l’anno 2023-2024, presentato dalla RTI cui è affidata la gestione del Centro d’Arte e Cultura da parte dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Cagliari, che vede riunita la Cooperativa sant’Elia 2003, l’Accademia d’Arte di Cagliari, la Cooperativa sociale La Carovana e la cooperativa sociale Terra Mia. Nelle parole dei curatori il senso del nome “Motus”: «Il tema di questa mostra è il Motus, il moto circolare che racchiude l’essenza e le motivazioni di questa esposizione. L’espressione “circolarità” ricorre frequentemente nel quotidiano e si riferisce ad aspetti tra i più vari, economici e sociali. Essa sottolinea un modo virtuoso di vivere, di sfruttamento delle risorse della terra, di rapporti interpersonali e persino affettivi. In questo moto si inserisce in maniera perfetta l’Arte: gli Artisti sono “Avatar”, del costume sociale delle varie epoche, sono “antenne” puntate più in alto, dal fiuto infallibile, accusatori implacabili, il racconto che fanno della società si ripete negli anni, a volte è diverso e lontano, altre volte ritorna e si ripete. Così le tematiche di tante di queste opere esposte, si ripetono. Basta essere attenti agli anni della loro realizzazione per rendersi conto che il mondo che gli artisti esplorano è ripetitivo. Dalla natura, al paesaggio, dal lavoro al mondo dei giovani, tutto viene scandagliato e si ritrova, in questa avventurosa e affascinante “circolarità”».

Davide Mosca

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