La “Divina Commedia” secondo Dalí, 100 quadri in mostra a Porto cervo
“Il Principe dei surrealisti illustra la Divina Commedia”. Con questo titolo “La Stampa” di Torino riassumeva l’incontro avuto da un suo giornalista, nell’agosto del 1953, in una villa sulla Costa Brava, con Salvador Dalí. Quell’articolo parlava del prestigioso incarico che pochi anni prima il Governo italiano, guidato da Alcide De Gasperi, aveva affidato al grande pittore e scultore spagnolo: l’illustrazione della “Divina Commedia”, la somma opera letteraria di Dante Alighieri del quale, nel 1965, sarebbero ricorsi i 700 anni dalla nascita.
Dalí era uno dei principali esponenti del Surrealismo, il movimento artistico d’avanguardia nato negli anni Venti del Novecento. Era un genio: eccentrico, visionario, dissacratore. Tutte le sue opere – a cominciare da quella più nota, “La persistenza della memoria” in cui gli orologi perdono forma, “come formaggi che si sciolgono al sole” – sono all’insegna dell’irrazionalità. Sono sogni che prendono vita. Per questa ragione la scelta del Governo italiano, moderato, conservatore, anche bacchettone, fu molto sorprendente. Affidare la Divina Commedia a uno come Dalí, così fuori dagli schemi?
Il pittore spagnolo, celebre per i suoi baffi curati in modo che segnassero, a proposito di orologi, sempre le 10,10, si mise all’opera e in nove anni, impiegando tremila tavoli e 35 colori per ogni tavola, dipinse 100 xilografie acquarellate: 33 per l’Inferno, 33 per il Purgatorio, 33 per il Paradiso e una introduttiva. Un vero capolavoro che, per questioni mai chiarite, il Governo decise di non comprare né promuovere. Dalì non si scoraggiò e presentò le sue opere nel 1960, da privato, al Musée Galliera di Parigi: fu un successo di pubblico e di critica.
Ora quelle 100 xilografie, grazie alla Fondazione Mazzoleni, sono esposte in Costa Smeralda e lo resteranno fino al 22 settembre, in una stagione culturale molto lunga. Sono visibili al Conference Center di Porto Cervo, tutti i giorni, dalle 10 alle 12 e dalle 17.30 alle 21.30; il biglietto di ingresso è di 10 euro (c’è uno sconto del 30% per i Consorziati).
Aperta il 1 luglio, la mostra – patrocinata dalla prestigiosa società Riva Cantieri – sta incontrando il gradimento dei turisti. In modo particolare dei millennials. “E’ con molto piacere che osserviamo la presenza di numerosi giovani assai interessati a vedere le opere di Dalí e a conoscere la sua storia” dicono dalla Fondazione Mazzoleni, che ha ottenuto l’importante spazio espositivo di proprietà di Smeralda Holding e gestito da Marriott International.
Le xilografie sono sistemate, su uno sfondo nero, in modo che il visitatore possa fare un “viaggio” nel mondo dantesco, passando dall’Inferno al Purgatorio al Paradiso. Osservare le opere del pittore spagnolo è un’esperienza affascinante, anche per chi ha una conoscenza limitata della “Divina Commedia”, perché i quadri sono ricchissimi di particolari che attirano l’attenzione, hanno colori vivacissimi e personaggi che sembrano quasi parlare, tanta è la capacita espressiva di Dalí. C’è tutta la carica onirica dell’autore: figure molli, animali stranissimi, ossa che volano, donne che assumono le sembianze della Madonna, uomini che diventano titani. Certo, bisogna concedersi un po’ di tempo per poter apprezzare appieno la grandezza artistica di questa mostra, ma è una di quelle cose che bisogna assolutamente fare in quest’estate.
Anche perché nel Conference Center c’è anche un’altra esposizione da non perdere: quella sulla storia di Riva nel cinema, nella fotografia e nello sport. Le leggendarie barche italiane, che hanno segnato l’immaginario collettivo e rappresentano la classe e la maestria del “made in Italy, compaiono in numerose pellicole e accanto a straordinarie dive come Brigitte Bardot e Sophia Loren. Un mito, quello di Riva, che si è affermato in tutta la sua potenza durante il miracolo economico italiano a partire da un anno fondamentale per la Costa Smeralda: il 1962.
In quell’anno, contemporaneamente alla fondazione del Consorzio Costa Smeralda, l’ingegner Carlo Riva presentò al Salone internazionale della Nautica di Milano il modello Aquarama, dal prezzo di 10 milioni 800 mila lire. Era lo yacht dei sogni, lavorato in mogano e il cui colore veniva sapientemente esaltato con la verniciatura e la lucidatura. Era quello che proprio in quegli anni numerosi imprenditori italiani pilotavano nelle acque di Porto Cervo. Un lusso per pochi.
Article by Mario Rossi
CS Journal è la voce ufficiale del Consorzio Costa Smeralda, edito per i propri associati e per l’indotto turistico che ogni anno affolla la Costa Smeralda. Un magazine formato tabloid che valorizza l’identità del Consorzio e tutte le realtà del territorio.