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La Maternità e la malinconia di Albrecht Dürer al Mart

Dal 7 dicembre al 3 marzo 2024 sarà possibile visitare la mostra omaggio al grande Maestro di Norimberga con opere sue e di artisti che hanno lavorato nel segno del suo tracciato

La data inaugurale della mostra è stata fissata per il 7 dicembre prossimo. Quando le porte del Mart di Rovereto apriranno ai visitatori che verranno catapultati nel mondo di Albrecht Dürer, pittore, incisore e matematico nato a Norimberga in Germania nel 1471 e morto nel 1528. Per l’occasione, la mostra curata da Daniela Ferrari e Stefano Roffi su idea di Vittorio Sgarbi, mostrerà alcuni capolavori, circa 70 che nel sono stati realizzati nel segno del grande maestro di Norimberga. Tra gli artisti esposti saranno presenti ci saranno Umberto Boccioni, Felice Casorati, Giorgio de Chirico, Lucio Fontana,  Giorgio Morandi, Giovanni Segantini, Gino Severini, Mario Sironi, Adolfo Wildt. “Mater et melancholia”, maternità e melanconia è il titolo dell’iniziativa, prendendo spunto dalle due tematiche universali che hanno appassionato filosofi, artisti, teologi, scrittori, medici e pensatori fin dalla notte dei tempi e che sono il punto di partenza dell’esposizione. Tra i capolavori assoluti di Albrecht Dürer sarà presente la celebre Madonna col Bambino, eseguita alla fine del XV secolo nel corso di uno dei noti viaggi di formazione in Italia, e una serie di incisioni tra le quali spicca Melencolia I. «Si tratta della più celebre incisione di Dürer – ha spiegato Vittorio Sgarbi – in stretto rapporto con il San Gerolamo nello studio dello stesso anno. Mentre il santo medita nella serenità del suo studio, la figura alata della Melencolia sta seduta, nella stessa posizione di rassegnazione del Giobbe dell’altare Jabach, su un gradino di pietra, mentre, intorno a lei, vediamo strumenti di falegnameria che sembrano non accordarsi con l’idea del Panofsky di un edificio non terminato. Ma giustamente lo studioso ha osservato: “Mentre il santo è circondato dal calore del suo studio illuminato, la Melencolia è collocata in un luogo freddo e solitario, non lontano dal mare, debolmente illuminato dalla luce della luna, come si può dedurre dall’ombra della clessidra sul muro, e dal bagliore spettrale di una cometa circondata da un arcobaleno lunare. Mentre egli divide la sua cella con i suoi animali soddisfatti e ben pasciuti, essa è accompagnata da un putto imbronciato che, appollaiato su una macina fuori uso, scarabocchia qualcosa su una tegola, e da un bracco denutrito e tremante. E mentre egli è serenamente assorbito nel suo lavoro teologico, essa è caduta in uno stato di tetra in azione». Le opere arrivano dalle prestigiose collezioni della Fondazione Magnani Rocca, detta la “Villa dei Capolavori” e sarà possibile visitare l’esposizione fino al 3 marzo prossimo

Davide Mosca

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