Le 7 spiagge da vedere in Costa Smeralda
Dire quali sono le spiagge della Costa Smeralda da vedere non è semplice. Sono tutte belle, tutte particolari e tutte con una storia da raccontare. Abbiamo provato a fare una piccola guida. Ne abbiamo scelto sette, come le sette meraviglie, consapevoli che in questo elenco stiamo rinunciando a qualcuna che ameranno in molti. Promettiamo fin da ora che ne parleremo ancora. Ora diciamo subito una cosa: tutte le spiagge della Costa Smeralda hanno un comune denominatore: la natura. Sia che si richiami a una pianta, sia che derivi da un animale, il loro nome ha sempre origine nella natura incontaminata e risale a molti secoli fa, quando la presenza dell’uomo lungo le coste di Porto Cervo e della Sardegna era scarsissima o inesistente.
Cominciamo non con una ma con ben quattro spiagge: quelle di Capriccioli. Il nome esiste da molto prima della nascita della Costa Smeralda. In alcune carte è scritto anche “Capiccioli”. L’etimologia è chiara: Capriccioli deriva da capre, capretti, gli animali che più di tutti, fino all’avvento del turismo, era facile allevare in questi terreni aridi e dalla macchia mediterranea intricatissima. Abbiamo detto che le spiagge sono quattro: ci sono le due di Capriccioli ovest e le due di Capriccioli est. Non c’è da sbagliare: l’acqua è verde smeraldo e turchese in tutt’è due i lati. Fra le tante bellezze da vedere, c’è questa: che a Capriccioli si può godere sia della bellezza dell’alba che della pace del tramonto. Uno spettacolo da brividi.
Liscia Ruja
Molti turisti l’hanno ribattezzata (sbagliando) Long Beach perché è molto lunga (oltre 800 metri). Il suo nome è gallurese e va rispettato. Correttamente andrebbe scritto “Iscia” (valle percorsa da un fiume, valle alluvionale) “Ruja” (rossa). L’origine è semplice da ricostruire. Alle spalle della spiaggia scorrono più ruscelli e un torrente, Riu di Tungu, la cui traduzione, a conferma della presenza di numerosi corsi d’acqua, è questa: “Fiume della confluenza”. E la sabbia non è bianchissima, come nella maggior parte delle spiagge della Costa Smeralda, ma rossa e rosa. L’acqua è verde smeraldo. In mezzo alla spiaggia è come tornare indietro nel tempo: perché alberi e arbusti la avvolgono in un bell’abbraccio.
Il nome è nato insieme alla Costa Smeralda e si rifà, ovviamente, a quello di Porto Cervo, quest’ultimo nome già attestato in una carta geografica del Duecento. Letteralmente, significa il posto della cerva. Bisogna dire una cosa: i cervi, sino a poco più di un secolo fa, vivevano veramente nell’area che diventerà la Costa Smeralda. La Celvia ha un mare spettacolare: verde smeraldo, limpidissimo. Nelle giornate di maestrale, è una delle spiagge più protette. La natura, qui, trionfa. La macchia mediterranea ricopre in parte la battigia e, proprio al centro della spiaggia, c’è un albero di tamerice che ne è un po’ il simbolo. Un albero che va difeso e protetto, da tutti.
È una delle spiagge più belle della Costa Smeralda e una delle più conosciute. Il suo nome deriva direttamente dal fondatore della Costa Smeralda, il principe Karim Aga Khan. Prima dell’arrivo del turismo, la spiaggia aveva un nome gallurese, Poltu di li cogghj, che tradotto in italiano significa porto delle pelli, porto in cui c’erano le mucche e le capre. I terreni alle sue spalle furono i primi a essere venduti dai pastori agli investitori guidati dall’Aga Khan: correva l’anno 1960 e la proprietà era di una donna di 90 anni, Rosa Maria Azara. Successivamente alla nascita della Costa Smeralda, l’Aga Khan li scelse personalmente con l’idea di costruirvi una villa, che alla fine non verrà mai edificata. Da allora, però, nel lessico comune quella è diventata la Spiaggia del Principe. L’acqua è verde smeraldo e turchese: tante tonalità, tutte splendide. Fra i due seni che la compongono, c’è un piccolo promontorio ricoperto di ginepri: quasi un atollo.
Romazzino
La spiaggia di Romazzino è quella che si estende davanti all’omonimo hotel. Anche in questo caso occorre fare una precisazione storica: il nome Romazzino è precedente alla nascita della Costa Smeralda. Romazzino è la traduzione, in italiano, del gallurese rumassinu: il rosmarino, pianta diffusissima nell’area. In alcuni atti notarili del XVII secolo riferi a quella zona c’è scritto Rumassinu; alla fine dell’Ottocento compare sulle mappe il nome Romazzino, conferito alla zona dallo Stato italiano da poco unificato. Storia a parte, la spiaggia di Romazzino (lunga 300 metri) è spettacolare: acqua cristallina, una profondità non eccessiva per alcuni metri che la rende ideale per i bambini, con i giusti spazi per tutti sulla battigia.
Piccolo e Grande Pevero
Due spiagge, una piccola e una grande e tutt’e due bellissime. Quelle del Pevero sono tra le spiagge della Costa Smeralda più fotografate. Colore dell’acqua, turchese e verde smeraldo. Il nome Pevero deriverebbe da Pero. In molte carte topografiche e catastali compare il nome Golfo Pero e questo anche in alcune dei primi anni Sessanta. Come per le altre spiagge, c’è dunque un richiamo diretto alla natura e ai suoi frutti. Natura che trionfa: nella spiaggia del Piccolo Pevero (146 metri) sfocia il torrente Petralonga (la pietra lunga); dietro alla spiaggia del Grande Pevero (343 metri) c’è uno stagno, chiamato La Padula. Un’area dalla grande biodiversità, inserita nel promontorio di Monti Zoppu, che arricchisce sia la spiaggia che il mare.
La spiaggia del grano: questo è il significato del nome. Un nome antico. Nei terreni alle spalle della battigia, i contadini di Monti di Mola, come si chiamava la zona prima della nascita della Costa Smeralda, trovavano il modo di piantare il grano per ricavarne la farina utile a fare il pane. Queste sono scene di vita quotidiane andate avanti sino alla fine degli anni Cinquanta del Novecento: infatti in quest’area c’è un posto che si chiama Lu rotu, un lastricato di granito in cui avveniva la trebbiatura del grano con i buoi. È una delle prime spiagge a essere stata scoperta dai turisti ed è una delle più belle. Il colore dell’acqua, turchese, celeste, verde smeraldo, lascia senza fiato.
Article by Mario Rossi
CS Journal è la voce ufficiale del Consorzio Costa Smeralda, edito per i propri associati e per l’indotto turistico che ogni anno affolla la Costa Smeralda. Un magazine formato tabloid che valorizza l’identità del Consorzio e tutte le realtà del territorio.