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LignoSat, il satellite del futuro si costruisce in legno di magnolia

L’innovativo progetto dell’agenzia spaziale giapponese per limitare l’accumulo dei detriti spaziali passa attraverso lo sviluppo di satelliti “ecosostenibili”

Addio al metallo e alle leghe di alluminio: i futuri satelliti artificiali abbracceranno il legno, in particolare quello della pianta di magnolia. Potrebbe non coinvolgere tutti e potrebbe non accadere subito, ma l’innovativo progetto LignoSat dell’Università di Kyoto sta certamente tracciando una rotta più sostenibile per l’esplorazione spaziale.

Quello attualmente in fase di costruzione all’università giapponese rappresenta infatti il primo satellite al mondo realizzato in legno, progettato per essere lanciato nello spazio dalla Japan Aerospace Exploration Agency (JAXA) insieme alla NASA entro il 2024. LignoSat ha approssimativamente le dimensioni di una tazza di caffè ed è realizzato in legno di magnolia. Questo materiale è stato selezionato dopo una serie di test condotti nel 2022 a bordo della Stazione Spaziale Internazionale nell’ambito del progetto LignoStella Space Wood dell’università giapponese in collaborazione con l’azienda Sumitomo Forestry, che ha dimostrato la resistenza del legno all’esposizione prolungata nell’ambiente spaziale senza subire danni o deformazioni particolari. L’esperimento è durato 290 giorni in orbita. Inoltre, durante i test il legno di magnolia si è rivelato particolarmente idoneo per le lavorazioni spaziali grazie alla sua ottima lavorabilità e resistenza.

L’ambizioso progetto punta a rendere più sostenibili i voli spaziali sfruttando le proprietà del legno, che non bruciano e non marciscono nello spazio, si trasformerà in cenere a contatto con l’atmosfera terrestre durante i rientri, trasformandosi in materia biodegradabile e non dannosa per l’ambiente. Non solo, l’impiego di questa tipologia di satellite potrebbe contribuire a risolvere anche l’inquinamento luminoso provocato dalle superfici riflettenti di questi dispositivi, in quanto il legno non riflette la luce solare. Al momento, i ricercatori stanno ancora investigando la degradazione del legno a livello nanoscopico in previsione del lancio in orbita del 2024. Tuttavia, non vi è alcun dubbio che, una volta completata, questa tecnologia potrebbe portare a una vera e propria rivoluzione ecologica nella costruzione dei satelliti e, forse, anche per tutta l’esplorazione spaziale.

 

Crediti foto: NASA, unspalsh

Francesco di Nuzzo

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