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Sul Ciane, in Sicilia, si coltiva ancora il papiro degli egizi

Al Museo del papiro di Siracusa è possibile conoscere e approfondire la storia di questa pianta importantissima per la storia della civiltà umana

Lungo le sponde di un fiume azzurro cresce ancora oggi una pianta che ha contribuito a dare origine alla scrittura: il papiro. No, non siamo in Egitto lungo il Nilo, ma in Sicilia sulle sponde del Ciane, torrente in provincia di Siracusa e unico luogo – dopo le rive del Nilo – in cui questa pianta cresce ancora spontaneamente. Non si sa con certezza quando il papiro è arrivato in Italia, la prima testimonianza documentata risale al 1760, ma si ritiene che sia giunto nel Paese intorno al III secolo a.C. A Siracusa è possibile, inoltre, visitare il Museo del papiro “Corrado Basile”, fondato e gestito dal 1987 dall’Istituto Internazionale del Papiro, organizzazione senza scopo di lucro che si dedica alla conservazione e alla divulgazione delle testimonianze della cultura del papiro. Il museo si occupa anche della ricerca e della conservazione del patrimonio naturale del fiume Ciane.

Pianta originaria dell’Africa e della penisola arabica, il Cyperus papyrus – nome completo del papiro – è stato utilizzato fin dai tempi antichi sia come materiale da costruzione che come supporto alla scrittura. Da questa pianta, infatti, si ricava un materiale fibroso con cui gli egizi producevano un antenato della moderna carta. Il suo alto fusto lo rende simile ad un’enorme filo d’erba e può raggiungere fino ai 5 metri di altezza. Come habitat preferisce i luoghi umidi dove poter immergere le proprie radici, come l’argine dei fiumi o le zone paludose.

Come ti invento la carta
L’utilizzo delle fibre di papiro è stato uno dei primi metodi sviluppato dagli antichi egizi di produzione della carta o, meglio, di un antenato della carta. I fusti della pianta venivano sottilmente sezionati in strisce verticali e sovrapposte orizzontalmente per creare uno strato. Questo processo veniva ripetuto formando vari strati, incollati tra di loro mediante pressione per far aderire le fibre. Il ricavato veniva lasciato ad asciugare al sole, irrigidendosi in un foglio adatto alla scrittura. I rotoli di papiro venivano utilizzati per conservare diverse tipologie di testi, come quelli religiosi, documenti e opere letterarie. Il papiro veniva utilizzato anche per creare altri oggetti artigianali, tra cui ceste e imbarcazioni da fiume. Nonostante l’importanza storica, oggi il papiro viene coltivato soprattutto a scopo ornamentale.

Francesco di Nuzzo

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