Tra musica e architettura Paolo Fresu e Benedetta Tagliabue protagonisti di un podcast
Un format nuovo ed entusiasmante dal titolo “Contemporaneamente” è sbarcato sul web per Artribune ideato da Mariantonietta Firmani
Un confronto schietto, sincero, illuminante. Attraverso lo strumento che oggi sembra avere un grandissimo appeal anche tra i giovanissimi: il podcast. Forse per la sua semplicità “on demand” di poter esser ascoltato in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo. Paolo Fresu, musicista straordinario ormai stella mondiale del jazz da una parte e l’architetta di successo Benedetta Tagliabue sono gli ospiti protagonisti del nuovo appuntamento di “Contemporaneamente”, un format ideato per Artribune da Mariantonietta Firmani e che è divulgato anche sul sito Parallelo 42. Alla scoperta dell’arte, della scienza, della letteratura, della storia, della filosofia, dell’architettura, del cinema e della musica e di molto altro attraverso il racconto dei cosiddetti pezzi da ’90 del panorama nazionale e internazionale. Il tutto per cercare, secondo l’ideatrice di proporre un approfondimento al fine di stimolare nuove letture di una stessa questione o argomento e dunque acquisire nuove consapevolezze e “visioni più profonde e oggettive della realtà”. «Miles Davis vestiva sempre molto elegante, indossava abiti italiani e ricordo una fotografia di Miles Davis – ha raccontato nel podcast Paolo Fresu – dove indossava una giacca color cachi completamente sporca di sangue. Quella foto raccontava molto dell’America di quegli anni, perché benché Miles fosse la star di quel locale di New York che esiste ancora tra l’altro, il Birdland, a lui in quanto nero non era consentito entrare dalla porta principale, ma solo da quelle secondarie. Ecco lui decise quella sera tra un set e l’altro di uscire dal locale della porta principale e venne picchiato per questo. Ecco io credo che noi musicisti abbiamo una grande responsabilità nel pensare all’arte non solo come strumento di creazione del bello, ma anche come modo per rendere il mondo migliore affinché ci si senta tutti parte della stessa comunità». E parlando del jazz Paolo Fresu ha così raccontato le origini: «La musica dei primi del Novecento era frutto di una cultura operistica, di canzoni partenopee e del mediterraneo e quando questa cultura europea sbarca nel sud degli Stati Uniti si s’incontra e si scontra con con la realtà che, invece, proveniva dall’Africa ed è proprio da lì, da quella fusione che nasce il jazz». Si potrebbe stare ore ad ascoltare il trombettista di Berchidda che sembra trasportare le sue note anche in parole. E di notevole interesse è stato anche l’intervento dell’architetta Benedetta Tagliabue architetto co-faunder di EMBT Architects nato nel 1994 con Enric Miralles. La Tagliabue dal 2000 è socio unico della società che ha sedi a Barcellona, Shangai e Parigi con lavori e progetti realizzati in tutto il mondo. «Quando cominciamo un progetto i nostri primi modelli sono sempre lo studio della topografia dei luoghi dove dovremmo intervenire e da lì facciamo una piccola trasformazione – ha spiegato l’architetta – , la più sostenibile possibile , accettabile e carina in modo tale che la gente che utilizza quello spazio ne usufruisca nel modo più naturale possibile come si sentisse a casa propria: Si parte dunque dal paesaggio per poi interpretare le culture e creare luoghi familiari». Questi sono solo alcuni spunti interessanti venuti fuori nel corso della registrazione del podcast che è disponibile sul sito di Art Tribune al seguente Link.
Davide Mosca