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Un’occasione unica per scoprire alcune delle opere più straordinarie del ‘500 che raccontano le solenni cerimonie dello stato pontificio

La risposta dei visitatori è stata talmente entusiasmante che gli organizzatori hanno deciso di prorogare la mostra dal titolo “All’ombra di Leonardo. Arazzi e cerimonie alla corte dei papi”. Ci sarà tempo dunque fino al 3 settembre 2023 per varcare la soglia della meravigliosa Reggia di Venaria a Torino, complesso monumentale dichiarato Patrimonio dell’Umanità insieme alle altre Residenze Sabaude del Piemonte. Intorno a due opere fondamentali, custodite dai Musei Vaticani, ruota l’intera esposizione: l’arazzo leonardesco dell’Ultima cena (alla cui realizzazione non fu forse estraneo lo stesso Leonardo nei suoi anni francesi) ed il baldacchino di Clemente VII, disegnato dai principali allievi e collaboratori di Raffaello. L’iniziativa è curata da Alessandra Rodolfo e Andrea Merlotti con la partecipazione dei Musei Vaticani e il supporto del Pazzo del Quirinale dei Musei Reali di Torino e del Museo di Roma. Essa s’inserisce nel filone tematico delle Corti europee, che da sempre è una delle linee culturali della Reggia e del suo Centro studi. “All’ombra di Leonardo. Arazzi e cerimonie alla corte dei papi”, è un viaggio incredibile alla scoperta delle più importanti cerimonie dell’epoca ambientate in palazzi sontuosi impreziositi da straordinarie opere d’arte, legate a nomi di Leonardo e Raffaello. Cogliendo il senso di antiche cerimonie, ricche di simboli e di significati, arazzi, quadri, incisioni ed oggetti raccontano una storia che affonda le sue radici lontano nel tempo, immergendo il visitatore in un mondo di tradizioni e antichi riti. Non solo atti esteriori, ma importanti testimonianze della Chiesa Romana. L’arazzo dell’Ultima cena di Leonardo ha una storia importante perché suggellava l’alleanza tra la Francia e il papato contro l’imperatore Carlo V (responsabile del sacco di Roma, avvenuto solo sei anni prima, nel 1527). L’opera era stata infatti regalata nel 1533 dal redi Francia, Francesco primo, in occasione delle nozze tra il secondo genito Enrico di Valois e Caterina Caterina de’Medici, nipote di papa Clemente VII. Il prezioso panno è tutto realizzato in oro e seta con la presenza di simboli sabaudi lungo tutti i bordi dell’arazzo. Il secondo arazzo esposto, raffigurante il dossale del baldacchino papale era stato realizzato sempre per Clemente VII, appassionato collezionista di prodotti tessili. A disegnarlo erano stati gli allievi di Raffaello gli stessi che avevano lavorato con il Maestro nelle celeberrime StanzeVaticane e nelle Logge del palazzo.

Davide Mosca

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